venerdì 25 dicembre 2009

LETTERINA ULTRAS A BABBO NATALE


(cliccare sull'immagine per ingrandirla)

mercoledì 16 dicembre 2009

CASERTA 13/12/2009

Stazione ferroviaria di Cassino, ore 9.20, faccio il biglietto e aspetto il Pipo, poi penso che forse è già lì e allora mi metto alla ricerca ma non mi è difficile rintracciarlo: bancone del bar.
Finisce di fare colazione e saliamo sul treno, puntuale alle 9.30 parte: destinazione CASERTA.
Saliamo sul treno e ci sediamo uno difronte all’altro; 90 anni di vita in due. Tanta della quale spesa nelle curve di stadi di mezza Italia. Vite e storie diverse ma su quel binario quelle realtà non sono poi così distanti; un ultras è uguale in ogni angolo di Italia. E così mentre quel treno ci porta a quella che un tempo, prima che un’alchimia del duce stravolgesse confini modi ed usanze, era la nostra Provincia, parliamo della sconfitta subita il giorno prima nella trasferta di Roma contro la Cisco e di alcuni problemi inerenti la nostra tifoseria. E tra un paesaggio avvolto nella foschia di un freddo dicembre e qualche racconto e ricordo ultras ci avviciniamo alla nostra meta.
Arriviamo a Caserta, il tempo di prenderci un caffè al bar ed ecco arrivare i nostri amici CRIPS; Davide e Tommaso che ci terranno compagnia per tutta la giornata. Baci, abbracci e saliamo in macchina. Di corsa a prendere le “pezze” da un amico e poi di corsa al Pinto. Davide destreggia nel caos cittadino e mi fa pensare a Bruno Conti quando scappava sulla fascia e poi driblava gli avversari come fossero paletti. Non noto la differenza con Cassino, l’aria mi è particolarmente familiare come se quei ragazzi fossero il mio quotidiano. La città conserva ancora quel fascino di “vecchio” che le bombe americane non hanno portato via…. anche la mia Città avrebbe avuto un centro storico di tutta invidia. Parlando e immaginando arriviamo allo stadio. Fermata rigorosa al bar, sarà una consuetudine per il resto della giornata e non una eccezione, vista anche la presenza al mio fianco del Pipo. Entriamo dalla parte della “centrale” e attraversiamo il campo per arrivare al “nostro settore”. La poca distanza la percorro fantasticando in quello stadio che ha visto protagonista la Casertana in B… poi i miei occhi vanno sulla “curva sud” e il pensiero va a Coyote e di quando lui ci parlava con orgoglio di tutti i suoi amici nei Fedayn Bronx negli anni ’80. La testimonianza di tanto calore mi viene dimostrata ampiamente nell’arco dell’intera giornata; in tanti mi chiedono, mi raccontano e mi dicono di salutarlo… si Coyote, grazie a lui questa bella “storia ultras” si tramanda negli anni. Arriviamo nel settore, tutti mi abbracciano e mi salutano davvero con grande affetto, sono già lì a mettere i loro vessilli, nello zaino ho anche la mia “pezza” inseparabile amica di una vita ultrà. Il sapore di quegli istanti mi fa tornare indietro negli anni, a quel calcio pulito, senza schedature, forzature e divieti. Quando entrare la domenica mattina allo stadio per mettere gli striscioni e posizionare i tamburi era come aprire la porta di una stanza di casa tua e sentirci dentro tutta l’armonia e l’affetto che solo lì puoi trovare. Questo è stato per me vedere quella gente ancora libera di essere ciò che vogliono “essere”. Si parla, si beve, ci si racconta. Si vive. Vedere i vecchi ragazzi dei FB fa sempre un bell’effetto, vederli ancora lì al loro posto. Qui scopro un mondo ultras ancora pulito e schietto. Come nella natura delle cose, gerarchie dettate dal tempo e il rispetto più assoluto nei principi fondamentali basati sull’amicizia. Nel pomeriggio tifando mi rendo conto anche della grande passione, del sapersi divertire e della goliardia di questa grande tifoseria. Sulla pista d’atletica faccio qualche scatto agli striscioni. Sono un ladro d’immagini. Poi ascolto i ragazzi della curva che stanno organizzando una raccolta di beneficenza per le famiglie bisognose della città. Noto la passione che ci mettono nel preparare il tutto senza lasciare nulla al caso. L’entusiasmo e la voglia di fare certo non manca. Ultras è anche questo.
Ritorniamo verso la macchina, altre foto e altra capatina al bar. Io e Pipo ci immortaliamo sotto il falchetto rossoblù, logo e simbolo della città. Davide mi parla di loro, della “piazzetta” ritrovo abituale dei FDC e di altri aneddoti personali e di curva. Tommaso mi parla del cugino Tonino, vecchio fedayn cassino e che ormai non vede da anni. Della zia che vive qui a Cassino e di Flavio. E raccontandoci arriviamo al ristorantino dove gli amici ci hanno accolto davanti ad una tavola apparecchiata e a dell’ottimo vino. Ci gustiamo in diretta la vittoria della Juve Caserta di basket e poi iniziamo il giro di valzer dell’ottima cucina dello chef. Sciarpe e bicchieri in alto, l’amicizia si esalta anche in questi momenti carichi d’emozione. Questi frangenti di vita e questi amici mi fanno pensare che in fondo non ho speso male i miei anni ultrà…. Consumiamo il pasto, un ultimo sorso ai limoncini che scorrono a fiumi e poi destinazione Pinto. Le macchine dei fdc si fermano nella piazzetta, il luogo del “ritrovo” e da lì ci incamminiamo a piedi. Si intona il coro del “gruppo” che parla di “borghetti” e da “fuori dal coro”, non conosco ma mi associo al pensiero. Pochi metri ed eccolo qui, alla comitiva si aggiunge Mario di Venafro, casertano di adozione. Felice sorpresa, è sempre un piacere parlare di ultras con lui. Entriamo nello stadio, passo sotto la sud inagibile per arrivare nei distinti, mi posiziono all’altezza della buchetta dei crips. Inizia un gran tifo, voce, bandiere sempre al vento e il tamburo dei FB che scandisce tempi e ritmi ai cori. Mi diverto tantissimo, era tempo che in “curva” non trovavo una serenità così, la partita va avanti e i cori non cessano mai, il risultato sarà di 3 a 0 per i rossoblù ma per un ultras è una statistica di poco conto. Certo vedere questi ragazzi tifare in questa categoria mi lascia molto da pensare. Ma sono le regole del gioco e lì capisco che il vero ultras non conosce categoria. Finisce la partita e con essa mi accorgo che sta finendo anche una giornata indimenticabile. Ritiro la pezza dal campo e continuando ad intonare il loro inno i ragazzi dei crips si allontanano verso la piazzetta, ed io con loro. Davide fa la conta dei presenti per la prossima trasferta in provincia di Brindisi, visto il numero opta per il pullmino da nove. Il sole è calato e noi facciamo le ultime foto dietro i vessilli dei due gruppi. Ci stringiamo tutti nel calore dello stesso abbraccio e poi ci salutiamo. Ci ritroveremo fratelli dietro un altro bicchiere e dietro i nostri colori…. Davide e Tommaso ci riportano alla stazione mentre cala il sipario su questa splendida giornata ultras.
Pipo in treno mi racconta di aver passato una giornata davvero entusiasmante e vera, poi si distende sui seggiolini, il treno corre sull’Antica Terra di Lavoro e ci riporta a Cassino.
Arrivati, Pipo finisce la nostra avventura là dove la mattina l’ho incontrato: al bar. Ed io mi incammino verso casa, sono ormai le 19.00 e il cuore ancora ricolmo d’emozioni.

Dedico questo mio racconto a Davide dei CRIPS e a tutti i ragazzi di Caserta che mi hanno regalato nello spazio di poche ore una gioia infinita.

Paolo dei Fedayn 1977



(interno 18. Casertana: gli ultras rossoblù fianco a fiano con i "fedayn cassino")

sabato 28 novembre 2009

SOLIDARIETA' ALLA CASERTA ULTRA'


IL GRUPPO STORICO DEI FEDAYN CASSINO 1977 ESPRIME SOLIDARIETA' AI RAGAZZI DI CASERTA PER LA REPRESSIONE INGIUSTIFICATA AVUTA DOPO I FATTI DELLA PARTITA INTERNA CONTRO IL CASARANO. AI VERI ULTRA' BATTIAMO LE MANI.


giovedì 19 novembre 2009

Il calcio etico di Francesco De Gregori

Faccendieri senza scrupoli, affaristi senza sogni nè ideali stanno portandoci via anche l'ultimo straccio di poesia.... ridateci il nostro calcio. Ridateci i nostri tamburi, i nostri megafoni. Ridateci i nostri anni e i nostri amici che ci hanno lasciato. Ridateci il nostro mondo, la nostra libertà voi ladri di sentimenti mai vissuti, piccoli atomi di uomini annegherete nella vostra bramosia di potere e di denaro. Non saremo mai come volete voi. Sempre contro a questo calcio affaristico mafioso. Fino alla vittoria. Fino all'ultimo fedayn. Il Fondatore

"La leva calcistica della classe 1968" è uno dei gioielli incastonati nella carriera di Francesco De Gregori. Fulgido paradigma dell'essenza e della magia del calcio. L'etica incarnata dall'adolescente Nino si è dissolta. Il futuro è precario. Un racconto musicale che conferma come il calcio sia metafora della vita.

Chissà che fine ha fatto Nino? Aveva dodici anni, nel 1968. Si spolmonava, su un campo polveroso della periferia di Roma, per mettersi in luce in mezzo a tanti altri coetanei cui lo accomunavano sogni e aspirazioni
ormai evaporate. Puntava a conquistare la maglia numero sette, Nino. Nonostante quelle spalle strette che avrebbero potuto penalizzarlo.

Il ragazzo di allora oggi è un cinquantenne del quale non sappiamo più niente, dopo aver condiviso con lui le irripetibili emozioni di quella giornata e di quel provino. Ignoriamo quale sia stata la sua parabola, calcistica e non. Se a un certo punto abbia appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso passi il suo tempo a ridere dentro un bar. Se si sia mai innamorato, per dieci anni, di una donna che non ha amato mai.

E neppure lo vogliamo sapere. Perché Nino è, per quelli come noi, l’icona immortalata nel tempo di un calcio che non c’è più. Sarebbe un delitto tirarlo fuori dal dolce oblio che lo avvolge, come si fa nei lacrimevoli talk shaw che imperversano sugli schermi della mediocre televisione italiana.

Per Nino (e per noi che abbiamo vissuto le sue stesse sensazioni) ci auguriamo solo che, nel calcio e nella vita, abbia saputo continuare a mettere il cuore dentro le scarpe e correre più veloce del vento. Ogni volta che è stato necessario farlo. Che non sia diventato uno di quei tanti giocatori (uomini) che non hanno vinto mai niente nella loro carriera (vita), per lasciarsi stancamente trasportare dalle onde del destino.

Qualcuno ha scritto che Francesco De Gregori, se non fosse diventato un poeta musicista (o un musicista poeta), sarebbe stato un grande uomo di cinema. Niente di più vero. Le storie che ha saputo ideare in 35 anni di carriera, vale a dire da quando nel 1975 irruppe dentro le nostre vite con quel gioiello artistico che resta l’album “Rimmel”, sono scrigni letterari ed eleganti sceneggiature. Quella di Nino non fa eccezione. Anzi, ne rappresenta uno dei punti più alti.

Per gli innamorati del football “La leva calcistica della classe 1968” resta un capolavoro da tenere sempre a mente. Pochi hanno saputo raccontare con altrettanta semplicità e armonia i valori etici che erano il caposaldo di questo sport, la cui inarrestabile deriva è legata anche alla mediocrità di chi oggi lo dirige. E che ha finito per contaminare addetti ai lavori e tifosi, che avrebbero dovuto esserne i tutori nel corso del tempo.

Quasi tutti oggi hanno paura di tirare un calcio di rigore, in una fuga dalle responsabilità che sta mettendo a terra la precaria società globalizzata del terzo millennio. In pochi sanno ispirarsi nel calcio (nella vita) al coraggio, all’altrusimo e alla fantasia. Che dovrebbero essere il paradigma di ogni vero giocatore (e di ciascuno di noi nel suo percorso umano). La magia del calcio (della vita) si sta perdendo anche per la dissoluzione di questi valori.

Riascoltare le parole e la musica di Francesco De Gregori, nei momenti bui e in quelli solari delle nostre giornate spesso così travagliate, serve da monito per affrontare i problemi di ogni giorno con lo stesso slancio che guidava l’adolescente Nino nel 1968. Un’epoca nella quale anche partecipare a una leva di aspiranti giocatori era il modo per mettersi davvero alla prova e confrontarsi con se stessi. Riuscendo a perpetuare, nel tempo, i valori etici cui quel calcio si ispirava.

“e allora mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento”
Francesco De Gregori
"La leva calcistica della classe 1968”

mercoledì 11 novembre 2009

venerdì 30 ottobre 2009

INTERROGATO A MORTE


Le Ultime ore di Stefano Cucchi...

Giovedì 15 ottobre 2009.
Verso le ore 23.30 Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri nel parco degli acquedotti, a Roma.

Venerdì 16 ottobre.
Alle ore 1.30 del mattino si presentano, con Stefano, presso l’abitazione della famiglia Cucchi in via Ciro da Urbino, due uomini in borghese, poi qualificatisi come carabinieri e altri due carabinieri in divisa della caserma dell’Appio Claudio. Iniziano a perquisire la stanza di Stefano mentre questi tranquillizza la madre dicendole “tranquilla, tanto non trovano nulla”. In effetti nulla trovano nella sua stanza, rinunciando a perquisire il resto dell’appartamento e dello studio, pur dopo l’invito della famiglia a procede. I carabinieri a loro volta tranquillizzano i familiari, dicendo che Stefano è stato sorpreso con poca “roba” addosso (20 gr. principalmente marijuana, poca cocaina e due pasticche, secondo alcune notizie filtrate da ambienti delle forze dell’ordine e degli inquirenti, “di ecstasy”: secondo il padre “di Rivotril”, un farmaco salvavita contro l’epilessia, regolarmente prescrittogli dal medico curante). I carabinieri comunicano inoltre che l’indomani alle 9 si sarebbe celebrato il processo per direttissima nelle aule del tribunale di Piazzale Clodio. Alle ore 12 circa del mattino Stefano arriva in aula scortato da quattro carabinieri. Il suo volto è molto gonfio, in contrasto impressionante con la sua magrezza (i genitori affermano che il suo peso prima dell’arresto è di circa 43 kg) e presenta lividi assai vistosi intorno agli occhi. Durante l’interrogatorio del giudice, si dichiara colpevole di “detenzione di sostanze stupefacenti, ma in quanto consumatore”. Stefano alle 13 circa viene condotto via, ammanettato, dai carabinieri, dopo la sentenza di rinvio a giudizio (udienza fissata per il prossimo 13 novembre) con custodia cautelare carceraria. Alle ore 14 viene visitato presso l’ambulatorio del palazzo di Giustizia, dove gli vengono riscontrate “lesioni ecchimodiche in regione palpebrale inferiore bilateralmente” e dove Stefano dichiara “lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori”. I carabinieri lo conducono quindi a Regina Coeli affidandolo alla custodia della Polizia penitenziaria. All’ingresso in carcere viene sottoposto a visita medica che evidenzia la presenza di “ecchimosi sacrale coccigea, tumefazione del volto bilaterale orbitaria, algia della deambulazione”. Viene quindi trasportato all’ospedale Fatebenefratelli per effettuare ulteriori controlli: in particolare radiografie alla schiena e al cranio, non effettuabili in quel momento all’interno dell’istituto penitenziario. In ospedale viene diagnosticata “la frattura corpo vertebrale L3 dell’emisoma sinistra e la frattura della vertebra coccigea”.

Sabato 17 ottobre.
Nel corso della mattinata viene nuovamente visitato da due medici di Regina Coeli i quali ne dispongono nuovamente il trasferimento al Fatebenefratelli. Da qui, nel corso della mattinata (ore 13,15), viene trasferito all’ospedale Sandro Pertini. La famiglia viene avvisata del ricovero di Stefano solo alle ore 21. Alle ore 22 circa i genitori si presentano al pronto soccorso e vengono indirizzati al “padiglione detenuti”. Al piantone viene chiesto se è possibile visitare il paziente, ma la risposta che viene data ai familiari è: “questo è un carcere e non sono possibili le visite”. Alla precisa domanda rivoltagli dai genitori: come sta Cucchi Stefano?, il piantone li fa attendere per poi invitarli a ritornare il lunedì successivo (dalle 12 alle 14), per parlare con i medici.

Lunedì 19 ottobre.
I genitori si recano alle ore 12 presso il padiglione detenuti e ripetono al piantone la richiesta di visitare Stefano. Vengono fatti accomodare nel vestibolo, gli vengono presi i documenti e nell’attesa chiedono a una sovrintendente appena uscita dal reparto quali siano le condizioni di salute del figlio. La risposta della sovrintendente è: “il ragazzo sta tranquillo”, ma ancora una volta viene negata ai genitori la possibilità di un colloquio con i medici con la motivazione che l’autorizzazione del carcere non è ancora arrivata. Di fronte all’insistenza dei genitori, che specificano di voler solo parlare con i medici, e non anche avere un colloquio con il figlio, la stessa sovrintendente li invita a ripresentarsi il giorno successivo, affermando che per l’indomani l’autorizzazione sarebbe sicuramente arrivata.

Martedì 20 ottobre.
Alle ore 12 i genitori si recano nuovamente al “Pertini”, ripetendo al piantone la richiesta di visitare Stefano. Questa volta il piantone nega loro l’ingresso, dichiarando – ed è la prima volta che viene detto esplicitamente - che “sia per i colloqui con i detenuti sia per quelli con i medici occorre chiedere il permesso del Giudice del Tribunale a Piazzale Clodio”.

Mercoledì 21 ottobre.
Alle 12.30 il padre di Stefano , dopo una mattina passata in tribunale, ottiene il permesso del Giudice della settima sezione per i colloqui. Decide di non andare a Regina Coeli per farsi vistare il permesso in quanto l’ufficio competente chiude alle 12.45, rimandando tutto al giorno successivo.

Giovedì 22 ottobre.
Stefano Cucchi muore alle 6.20 di mattina. La certificazione medica rilasciata dal sanitario ospedaliero parla di ‘presunta morte naturale’. Alle ore 12.10 un carabiniere si presenta a casa Cucchi trovando solo la madre del ragazzo, essendosi il padre recato a Regina Coeli per il visto, e chiede a questa di seguirlo in caserma per comunicazioni. La signora non può, trovandosi sola con la nipotina, e così il carabiniere dichiara che sarebbe tornato più tardi. Alle ore 12.30 alla madre di Stefano viene notificato il decreto del Pm con cui si autorizza la nomina di un consulente di parte. È in questo modo che la signora Cucchi viene a sapere della morte del figlio. Entrambi i genitori si recano al Pertini dove il sovrintendente e il medico di turno dichiarano di “non aver avuto modo di vederlo in viso in quanto si teneva costantemente il lenzuolo sulla faccia”. Si precipitano quindi all’obitorio dell’istituto di medicina legale dove si presenta loro un’immagine sconvolgente: il volto del figlio devastato, quasi completamente tumefatto, l’occhio destro rientrato a fondo nell’orbita, l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia in modo abnorme, la mascella destra con un solco verticale, a segnalare una frattura, la dentatura rovinata.

Venerdì 23 ottobre.
Viene effettuata l’autopsia. Al consulente di parte, nominato dalla famiglia, non viene consentito di scattare fotografie. Il corpo di Stefano Cucchi ora pesa 37 Kg


lunedì 26 ottobre 2009

UN PENSIERO

"Guarda le piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi"
(Jim Morrison)
In questi tempi bui per il movimento ultras nazionale in generale ed in particolare del momento davvero triste per la nostra tifoseria, sfogliando le mie vecchie foto è saltata prepotentemente alla mia visuale questa. E pensare che adesso si parla di numeri e cifre stratosferiche quando noi davvero eravamo un pugno di ragazzi soli contro il mondo intero, uniti da quell'ideale e dalla forza della nostra amicizia.
Quella maglia, la forza di quei colori lasciava alle spalle tutte le incomprensioni e le differenze tra noi. Eravamo un GRUPPO orgogliosi e fieri del nostro essere.
E' passato del tempo da questa foto qui....
Era un 8 febbraio del 1987, tanta vita fa.
Campionato di Promozione Lazio Girone B, Cassino-Anzio... E quei tamburi che tanto ci mancano, come ci manchi tu Michele e tanti altri che continuate il nostro sogno lassù.... Non vi abbiamo dimenticato.
Paolo dei Fedayn 1977
(lasciate il vostro commento, adesso è più semplice non serve la registrazione, cliccate su commenti, grazie!)

martedì 20 ottobre 2009

GIUSTIZIA PER GABRIELE


Cara amica, caro amico di Gabriele,

tra pochi giorni saranno 2 anni da quel maledetto 11 Novembre 2007.

La giustizia italiana non gli ha reso quella giustizia GIUSTA che tutti chiedevamo.

Ci sarà il ricorso in appello. Vogliamo continuare ad essere vicini a GABRIELE e alla Famiglia SANDRI in questa triste ricorrenza, a 2 anni dall'uccisione di un ragazzo di 26 anni da parte di un poliziotto, chiedendo ancora più forte GIUSTIZIA PER GABRIELE.

Ti preghiamo di diffondere il più possibile questa immagine:

- di metterla sui siti internet

- di postarla su Facebook

- di stamparla ed attaccarla nelle strade della tua città, nelle scuole, nelle università, negli stadi, sul tuo posto di lavoro, nei bar, nei luoghi pubblici, nelle discoteche....

OVUNQUE!!!

GABRIELE ASPETTA GIUSTIZIA DEVE DIVENTARE UNO SLOGAN

La vicenda di Gabriele è una questione di civiltà.Se vogliamo che la legge sia uguale per tutti.... non molliamo.

CHI DIMENTICA E' COMPLICE GABRIELE UNO DI NOI....

giovedì 15 ottobre 2009

MARONI E LA TESSERA CONTRO I TIFOSI.... PER BENE.

Occuparsi di sport, di calcio in particolare, ha i suoi lati positivi. Per esempio, potrei rivolgermi al ministro Maroni a proposito della sua direttiva sulle trasferte dei tifosi ignorando altre e più drammatiche trasferte sul Canale di Sicilia. Potrei ma non posso. Solo due considerazioni. E' ben strano l'atteggiamento di molti leghisti. Si propongono come i più accaniti difensori dei valori dell'Occidente cristiano e appena qualche vescovo o qualche prete dice qualcosa che non gli torna lo mandano brutalmente a scopare il mare (è un modo dire milanese, va inteso come ramazzare l'oceano e, in greco, farebbe parte degli adùnata). Poi (prima regola: negare comunque, o almeno mettere in dubbio) è piuttosto atroce il loro far di conto. I 5 vivi dicono che erano in 73, morti recuperati 14 (vado a memoria). E fanno 19, dove sono gli altri 54? Come se il mare fosse un bancomat, una cassetta di sicurezza, ancora un po' e gli si chiede la ricevuta. Ma si sa che i conti devono tornare (a casa loro anche loro, così imparano).Ma qui si parla di calcio, di altre trasferte. Mi ha stupito il favore con cui le decisioni di Maroni sono state accolte, a parte il mondo degli ultrà (già avvelenato dalla sentenza-Spaccarotella) e Zamparini, che al solito è andato giù piatto parlando di fascismo e Maroni ovviamente ha avuto buon gioco nel rispondergli di leggere qualche libro. Secondo me anche a Maroni non farebbe male leggere qualche libro, non fosse che poi bisognerebbe trovare chi gli spiega quello che ha letto (vedi ´94, decreto Biondi) e si farebbe tardi. In parole povere, per andare allo stadio in trasferta dall'inizio del 2010 sarà indispensabile la "carta del tifoso". Indispensabile in Italia, perché all'estero non sanno cosa sia e già questo potrebbe far sorgere qualche dubbio. Non ci aveva pensato nemmeno la Thatcher, tanto per dire. Il ministro, e gli si può credere, ha sbandierato dati interessanti sulla violenza in calo: meno feriti tra i tifosi, tra le forze dell'ordine, meno incidenti. Ma è normale, visti i limiti che già ci sono alle trasferte. Vietandole del tutto, le cifre calerebbero ancora, ma questo paradosso evoca Tacito ("hanno fatto un deserto e l'hanno chiamato pace") e non va bene. Ancora, al ministro (e a chi l'ha preceduto) va riconosciuta l'attenuante di società calcistiche piuttosto inerti (poche le eccezioni) davanti al problema del tifo violento, oppure poco collaborative, spesso propense a scaricare tutto sulle spalle dello Stato. A volte mi succede di sognare un messaggio congiunto alla Nazione (Maroni-Galliani) il cui succo è: statevene a casa, abbonatevi alla pay-tv che vi pare e amen.Starsene a casa può essere una scelta o un obbligo. Qualche caso spicciolo. A: sono un turista cinese ( o messicano) in visita a Roma. Posso acquistare un biglietto per il derby? No. B: sono un sardo residente a Milano. Posso acquistare un biglietto per Juve-Cagliari? No, molto spesso la vendita è riservata a chi vive nella provincia in cui si gioca. C: sono un onesto padre di famiglia, parlo il milanese meglio di Bossi e di suo figlio, io di figli ne ho due, posso portarli al derby? No, perché spesso non si può acquistare più di un biglietto a persona. E poi continuano a dire che bisogna riportare le famiglie allo stadio. Ecco, nei tre casi mi sembra di vedere una limitazione alla libertà individuale. Detto in altri termini, e per puro comodo, immaginiamo di dividere i tifosi in bravi e cattivi. I cattivi identificati, in teoria, sono già soggetti a Daspo, quindi schedati e controllati. Ma che bisogno c'è di schedare quelli bravi? Questo è il punto. Mentre i bagarini continuano a fare buoni affari e se ne fanno un baffo del biglietto individuale, mentre i non cattivi, fino a prova contraria, ma un po' agitati si muovono comunque, poi si vedrà, vorrei che qualcuno mi spiegasse perché un cittadino incensurato, senza precedenti specifici, non è libero di muoversi nel suo paese e di andare allo stadio pagando un biglietto e basta, come si fa nel resto del mondo. Se poi delinque, ci pensi la polizia.Trattare i bravi da cattivi, tanto sappiamo che sono bravi, non è fascismo, è piuttosto una gestione abbastanza ottusa del potere. Si seppellisce così, senza un fiore, la domenica della brava gente che i coltelli li usa solo in trattoria, prima o dopo la partita. Si colpiscono i diritti di una stragrande maggioranza per limitare gli eventuali danni di un'esigua minoranza. Se questo è normale, ditelo voi. A me non pare. Se la libertà di movimento passa per una schedatura (questo è, né più né meno), a me pare condizionamento di libertà. C'è per caso un costituzionalista che ha qualcosa da dire?

Gianni Mura da La Repubblica

sabato 3 ottobre 2009

TIENI A MENTE

Riporto fedelmente in basso articolo tratto dalla rivista ultras on-line Sport People n.27/2009. Affinchè tutti sappiano quanto successo quel giorno ad Isola Liri. Da una voce non di parte.
E questo non per sentirci grandi o superiori ma solo per amor di verità.
Quella verità che abbiamo sempre rincorso nel nostro cammino ultras.

Un derby atteso (tratto da sportpeople n.27/2009)

Un derby atteso da tutte e due le squadre e tutte e due le tifoserie. I cassinati arrivano tutti assieme e compatti con due pullman e con circa 25 macchine, il loro numero arriverà a sfiorare le circa 400 unità. La tifoseria isolana sciopera 45' minuti contro la tessera del tifoso mentre i cassinati, avendo aderito già la settimana scorsa in casa, optano per l'incitamento alla propria squadra, non facendo mancare però numerosi cori verso la tessere, la repressione e Spaccarotella.
Partono bene gli ospiti, accendono una decina di torce qualche petardo e iniziano il proprio incitamento: belle ripetute, bei battimani e cori portati discretamente a lungo, un primo tempo ottimo da parte dei cassinati, affiancati dai loro fratelli di Venafro.
Il secondo tempo diventa più interessante perche gli ultras isolani riempiono il loro spazio e cominciano a cantare. Diversi i cori contro da entrambe le parti e sfottò da parte dei cassinati per il ripescaggio avvenuto quest'anno. I locali cantano…incessantemente per tutti i quarantacinque minuti ma con notevoli cali causati, giustamente, dai due gol del Cassino, arrivati tutti e due nel secondo tempo e che fisseranno di conseguenza il risultato finale della gara.
Gli ospiti calano leggermente nel secondo tempo e hanno picchi altissimi per i gol, fino a quando non arriva il fischio finale che provoca un entusiasmo generale.
Da segnalare uno striscione degli isolani quantomeno incoerente per una tifoseria che si reputa antifascista, striscione nel quale si paragonano i rivali odierni ai magrebini, come se essere magrebini per loro fosse sintomo di inferiorità razziale, insomma una gaffe ed una contraddizione
evidentissima.
A fine gara un po’ di tensione con gli ultras locali che, senza nessuna scorta oimpedimento, cominciano a lanciare pietre nel settore ospiti ma oltre questo non c'è stato nulla, visto che la Polizia ha invece tenuto a bada gli ultras cassinati avvicinatisi tutti alla rete divisoria.
Con questo po’ di movimento a fine gara, si conclude la giornata.

Isolano "è solo un particolare" ma non di piccolo conto. Ti piace giocare a fare l'ultrà nell'era delle scorte, della repressione e dei divieti. Scrivi che sei nato nel 1975 ma sinceramente negli anni 80 e 90 non ricordo nessuna presenza di te a Cassino. Adesso ti diverti a "riprenderti" ed inviare il tuo "film" su you tube. Ti diverti a cantare "con le mani quando volete" e poi "indisturbato" vieni a lanciarci i sassi oltre il divisorio. Decanti "mentalità" e "coerenza" ma sei solo figlio di ciò che noi abbiamo costruito negli anni e che tu hai solo vissuto di riflesso.
Ti saluto isolano, troppo spazio ti ho dedicato in questo blog. Non sforzarti a ringraziarmi, il tuo "spazio" di notorietà in questa pagina te lo regalo, consideralo come un atto dovuto per tutte le volte che ci hai fatto divertire nel tempo spensierato ed allegro passato nel tuo Paese.

martedì 29 settembre 2009

ULTRAS LIBERI

La nostra storia è tutta qui. La nostra vita; le emozioni, le gioie e le amarezze.

Il ricordo dell'amico perduto. Di quello ritrovato. Dei sogni sognati e di quelli vissuti.

Fotogramma per fotogramma in una storia che non ha mai fine.

E sarà così per sempre. Fino all'ultimo dei ricordi.

Fino all'ultimo FEDAYN.

sabato 26 settembre 2009

ISOLA RAZZISTA


ISOLANO, IL VOSTRO STRISCIONE RAZZISTA E FASCISTA HA CANCELLATO LA DIGNITA' DI UN POPOLO CHE E' SOPRAVVISSUTO A VIOLENZE E BOMBARDAMENTI MA NON ALLA VOSTRA IDIOZIA.




ISOLANO VERGOGNA APRI UN LINK
E IMPARA LA STORIA



martedì 22 settembre 2009

MANIFESTAZIONE NAZIONALE "No alla tessera del tifoso" ROMA 14/11/2009

Con questa mail speriamo che tutte le informazioni utili alla, riuscita ottimale, della manifestazione da tutti o quanto meno la stragrande maggioranza, i presenti nell'incontro di Roma del 5 settembre 2009 , concordata ; possano esservi di aiuto e di coordinamento. In base alla richiesta da noi presentata, presso gli uffici della questura di Roma, ci è stato dato parere favorevole e autorizzata la data del 14 Novembre 2009 come giornata da utilizzare per compiere un altro passo importantissimo per il nostro panorama Ultras e sopratutto per la libertà di tutti i tifosi Italiani .Come concordato a Roma il 5 settembre , vi confermiamo le modalità di adesione che dovranno esser rispettate affinchè per gli organizzatori possa diventare quantomeno più semplice la preparazione dell'evento. Modalità di adesione alla manifestazione :

- Comunicazione obbligatoria del numero dei partecipanti che partiranno da ogni città della penisola e delle isole, per prender parte alla manifestazione .
- Nomina di 1 o più responsabili di ogni gruppo e/o curva organizzata che andranno a svolgere un servizio d'ordine interno della propria tifoseria e comunicarli agli organizzatori. (le persone addette al servizio d'ordine interno di ogni gruppo dovranno presentarsi al luogo di ritrovo insieme agli organiozzatori edlla manifestazione per un organizzata generale)
- T-Shirt e/o Felpa di colore Bianco con : LATO FRONTALE scritta (NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO) colore nero - Font a Scelta (basta che sia leggibile) - LATO RETRO scritta (NOME DELLA PROPRIA CITTA' (a scelta in aggiunta anche il nome del gruppo) colori della propria squadra ESEMPIO: Roma (colore giallo-rosso) e sotto a scelta Curva Sud Roma ecc..ecc..
- Assolutamente vietate maglie, bandiere, sciarpe e chi più ne ha più ne metta, raffiguranti personaggi e/o ideologie politiche (cerchiamo di non fare cazzate)
- No campanilismo durante l'incontro, lo svolgimento, e la fine della manifestazione
- Sarà possibile portare uno striscione contro la tessera del tifoso per ogni città, curva e/o gruppo organizzato dietro cui identificarsi.
TUTTE LE INFORMAZIONI, PER L'ADESIONE, RICHIESTE DEVONO PERVENIRE PRESSO QUESTO INDIRIZZO E MAIL (IN TEMPI RELATIVAMENTE BREVI). Percorso prestabilito Manifestazione " NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO "Roma - 14 Novembre 2009

-Ritrovo Ore 10:00 P.zza Esquilino- Partenza da P.zza Esquilino - via Cavour - L.go Corrado Ricci - via dei fori Imperiali - via Celio Vibenna - S.Gregorio - P.zza Porta capena - via dei Cerchi - Arrivo in P.zza Bocca della VeritàIl percorso assegantoci possiamo garantire a tutti i partecipanti che toccherà punti nevralgici e di rilevante importanza per la nostra battaglia (inutile dirvi che chiedere un arrivo sotto il parlamento è stato inutile - Roma come molte città Italiane per manifestazione di questo livello ha percorsi prestabiliti e insindacabili .

La manifestazione, a seguito del corteo che ci porterà sino a P.zza Bocca della verità dove verrà allestito un palco, continuerà fino alle ore 15:00 con dibattiti e argomentazioni da parte degli Ultras e di esponenti di rilevante importanza nell'ambito dell'entrata in vigore della TESSERA DEL TIFOSO .

-Per tutti coloro che si recheranno a Roma in treno, consigliamo di scendere alla Stazione Termini e proseguire per Via Cavour (vi porterà direttamente su P.zza Esquilino )
-Per tutti coloro che si recheranno a Roma con Bus organizzati a breve (stiamo attendendo la risposta della DIGOS) vi faremo sapere i 2 punti di appoggio per poter parcheggiare i Bus e recarvi poi in Metropolitana verso il luogo di ritrovo (staz. metropolitana di fermata Termini) e proseguire a piedi in via Cavour fino a P.zza Esquilino.
- Per tutti coloro che si recheranno a Roma con mezzi propri auto-minibus consigliamo di appoggiarsi ai due punti di ritrovo sopra mensionati per comodità di parcheggio.
- Per tutti coloro che vogliono fare di testa propria ...esiste Google map's !!

DOSSIER STADI ITALIANI DA PRESENTARE ALLA CORTE EUROPEA DI STRASBURGO

Come tutti voi avete potuto leggere nella mail inviata a seguito dell'incontro del 5 settembre a Roma; il movimento del Tifo organizzato Italiano, che ci vede a noi tutti fautori e promulgatori, si stà muovendo non solo nella direzione della sensibilizzazione di massa con proteste domenicali e manifestazioni Nazionali; ma sotto l'invito di alcune persone competenti in materia stiamo cercando di accorciare i tempi per puntare in alto sempre più in alto. In quanto se è vero che non sarà un tempo fuori dalle curve o una manifestazione a far cambiare o mutare una legge.. è verissimo che ci sono organi legislativi che posso verificare e avallare l'efficenza e la forma di determinate leggi cee vengono attuate nel nostro "bel paese" senza tener conto dell'art.6 della carta mondiale dei diritti Umani. Stiamo parlando della Corte Europea di Strasburgo a cui dovremo in un futuro (breve) prossimo consegnare città per città un dossier sull'inagibilità, fatiscenza e non rispetto delle norme europee dei nostri impianti dove domencia dopo domenica ragazzi, padri, mariti, mogli, figlie rischiano continuamente di perdere la vita per una partita di calcio a causa della non curanza degli organi competenti. Vogliono obbligarci alla tessera? bene noi gli obblighiamo ;da clienti paganti a darci stadi degni del costo sempre piu alto dei biglietti per partite con sempre meno colore e passione. Questa volta non ci fermeremo davanti a nulla. Sarebbe opportuno che il giorno della manifestazione un responsabile per gruppo possa consegnare il dossier sullo stadio della propria città; argomentato sulle spiegazioni delle varie "NON MESSE A NORMA" (Es. tornelli ,bagni,tribune ecc..ecc.) con foto delle varie non messe a norma e con allegato un rapporto dove possibile della propria società di calcio che vada ad attestare le piccole o grandi lacune dello stesso impianto. Per info su come preparare il dossier e sulle attenzioni necessarie affinchè possa esser presentato potete contattare Gabriele di Tivoli al numero che trovate nella fine dell'email! AVANTI ULTRAS.

In attesa di inviarvi la locandina ufficiale da far girare in tutte le nostre citta e in attesa di vostre importantissime informazioni di adesione , vi invitiamo a contattare i numeri sotto indicati o a scrivere a questo indirizzo email per qualsiasi INFO:
Gabriele Tivoli : 334 26 133 97
Sandro Latina : 346 21 900 23
Paolo Roma : 346 60 007 15
Rob Sesto S.Giovanni : 347 91649 70

mercoledì 26 agosto 2009

NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO

Tessera del tifoso - solo uno strumento repressivo e liberticida, inutile al fine della sicurezza.
Dichiarazione di Italo Di Sabato, responsabile nazionale Osservatorio sulla Repressione del Prc-Se.
La tessera del tifoso è un altro tassello del disegno repressivo e liberticida attuato negli ultimi anni a danno dei tifosi e dello sport intero. Non ci meraviglia l'insistenza del Ministro Maroni di accelerare la messa a regime di un tale strumento, poichè risponde pienamente alla logica della Lega e del Governo di controllare ogni settore sociale attraverso meccanismi rigidi e spesso anticostituzionali. Ed anticostituzionale è la stessa tessera, che non sarebbe concessa a coloro che in passato hanno subito e scontato la diffida del Daspo. Cioè, si può vietare l'ingresso in una struttura pubblica, come lo sono gli stadi italiani, a qualcuno solo perché sospettato di essere potenzialmente pericoloso. Insomma, una misura punitiva per tutta la vita. Così come il divieto degli striscioni, anche questa decisione fa parte della forzata trasformazione del calcio da gioco a luogo di business accessibile solo a pochi e selezionati consumatori. Se poi gli spettatori saranno sempre meno può solo far piacere alle Tv a pagamento, tra cui Mediaset e Sky, che vedranno moltiplicarsi gli abbonati come avvenuto negli ultimi anni. Chiediamo al Governo di riflettere sulle conseguenze negative che la tessera porterebbe, soprattutto dal punto di vista degli incidenti che si sposterebbero solo fuori gli stadi, e di iniziare ad aprire un dialogo serio con le tifoserie per avviare progetti educativi nelle scuole e nelle strutture sportive frequentate dai giovani.

giovedì 13 agosto 2009

5 SETTEMBRE TUTTI A ROMA

Incontro Ufficiale

" NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO - SI alla modifica dell'Art.9"

Sabato 5 Settembre ore 10:00 Roma -
Viale di Tor di Quinto ( Spazio Roma )

A segito dell'incontro avvenuto nela città di Latina dove, con nostro grande stupore ci fù un affluenza di tifoserie da tutta Italia che hanno dimostrato voglia di combattere e di non arrendersi alle nuove forme di repressioni dello Stato Italiano ,si è deciso come già la maggior parte di voi sanno, di portare avanti questa battaglia tutti insieme mettendo sottocoperta rivalità , campanilismo e colori politici.

L'incontro di Latina grazie alla grande risposta degli Ultras Italiani accorsi da tutta la penisola con idee da proporre e voglia di combattere per la tutela del nosto " ESSERE" ; e sopratutto grazie alla partecipazione del pool di avvocati che alla grande maggioranza di noi ha finalmente delucidato le idee su cosa è la "Tessera del Tifoso " e su quali potrebbero essere le forme per contrastare il suo avvento; ci ha dato la voglia e la forza di rtirovarci per un altro grande incontro nella capitale.

Sono bastati pochi mesi per rimetterci tutti in moto verso l'unico obiettivo comune .

Questo prossimo punto di ritrovo dovrà servire a tutti noi a prendere una definitiva, posizione, da tenere per far sentire il nostro dissendo e per bloccare o limare le forme che caratterizzano la " Tessera del Tifoso ". Con la convinzione e la certezza che ogni gruppo organizzato e/o tioseria porterà con se un progetto reale e fattibile da poter valutare e attuare tutti insieme, invitiamo a partecipare senza indulgi e dubbi esistenziali che troppe volte hanno frenato la corsa dell' "Essere Ultras".


- Latina - Tivoli - Viterbo -Curva Sud Roma - Curva Nord Lazio -

lunedì 10 agosto 2009

SCIARPA AL CHIODO?

Avete detto che volete metterci in una riserva, costruirci case e darci tende per gli stregoni.
Io non voglio queste cose, sono nato nella prateria, dove il vento soffia libero e non vi è nulla che spezzi i raggi del sole, sono nato dove non vi sono recinti e dove ogni cosa respira liberamente.
Voglio morire lì e non fra i muri.
(Dieci Orsi – Capo Comanche)

Sono nato ultras. Ho vissuto da ultras gran parte della mia vita. Ho scelto di essere tale per non assoggettarmi a regole, per non porre paletti alla fantasia. Ho tenuto forte tra le mani il megafono e ho dato voce ai miei compagni. Ho alzato poderosi bandieroni che non finivano mai con i colori della mia passione fino a confonderli nel cielo. Ho dato il tempo al frenetico rullare dei tamburi. Ho preso posto negli spazi di curva senza obbligo di numero. Ho cantato sotto la pioggia incessante e l’ho fatto sotto il sole cocente. Ho macinato chilometri di strade ed autostrade in piena libertà, nelle domeniche di panini nelle tolfe e caffè agli autogrill. Ho ideato e costruito coreografie, dipinto striscioni e colorato muri. Ho gioito e pianto per i miei colori. Ho tenuto tra la mano chiusa nel pugno torce e fumoni e ho visto il volto dei miei compagni nascondersi in quell’oblio.
Ho vissuto tutto questo.
Adesso vogliono ghettizzarci. Hanno ridotto la nostra passione a puro prodotto commerciale. Il business incalzante ha circoscritto i nostri sogni. Un Ministro del Nord di questa nostra Repubblica delle banane ha deciso di cancellarci per “decreto”, dietro il silenzio assordante dei media e di tutta la classe politica italiana.
Partite al sabato, al lunedì, turni infrasettimanali, orari diversi. Bisogna accontentare le lobby della televisione. Il dio denaro sopra ogni cosa. Biglietti nominativi e posti strettamente personali. Partite vietate agli ospiti. Partite a porte chiuse. Tornelli agli ingressi come se fossimo bestie che vanno al macello. Striscioni da autorizzare e certificare. Tamburi vietati. Fumoni e torce vietate. Bandiere con disegni vietate. Megafoni vietati. Diffide e denunce a grappoli. Stadi vietati a vita. Obbligo di firma in Questura.
Questo calcio non appartiene alla mia storia ultras e alla dignità di un uomo libero.
Continuerò ad essere un ultras perché diverso non saprei e non potrei essere.
E se questa “tessera del tifoso” diventerà obbligatoria allora la mia storia ultras finisce qua.
Non si può chiudere una vita vissuta nella libertà di un sogno e relegarla nell’angolo ristretto, grigio e vuoto di una tessera sbiadita.
Io non ci sto.
Paolo dei FEDAYN CASSINO 1977

giovedì 18 giugno 2009

FIACCOLATA PER NON DIMENTICARE

Mercoledì 24 giugno, ore 21.00
Roma, Piazza di Ponte Milvio
fiaccolata in onore di GABRIELE SANDRI
per non DIMENTICARE.

venerdì 12 giugno 2009

RADUNO ULTRAS, LATINA 28/06/2009

IL BLOG DEI FEDAYN CASSINO, RACCOLTO L'INVITO DELL'AMICO DI TIVOLI INSERISCE PARTE DI COMUNICATO ED INVITA GLI AMICI CASSINATI CHE SONO INTERESSATI ALL'INCONTRO DI CONTATTARMI IN PRIVATO.
Consapevoli del fatto che questa misura anticostituzionale che sarà adottata dalle singole società di calcio italiane in collabborazione con le questure di zona , sarà distruttiva per tutti noi e per tutti coloro che saranno un giorno come noi; vi invitiamo senza esitazione e senza troppe chiacchiere a partecipare all'incontro nazionale tra tutte el tifoserie d' Italia e i gruppi organizzati che si terrà a Latina il 28 Giugno 2009 alle ore 10:00 .


martedì 9 giugno 2009

CIAO EUGENIO

Stadio Tardini. Parma sabato 23 maggio 2009. Eugenio, ragazzo vicentino cade dal settore ospiti dello stadio e in serata il suo giovane cuore si ferma. Il calcio deve continuare, il business deve continuare ad alimentarsi. La partita va avanti. I calciatori costretti da leggi e da una Lega assurda continuano a giocare forse contro il proprio volere. In questa nostra “piccola” Italia tradita e derubata da politicanti da strapazzo che decidono in un attimo che la vita di un ragazzo non vale niente. E intanto questo schifo di mondo si veste del suo abito migliore: infamia e ipocrisia. Il giocattolo di plastica non poteva fermarsi. Il questore di turno bravo solo a raccontare balle su la vita altrui e scherzarci sopra continua a far tirare 2 calci ad un pallone a 22 uomini in campo... e intanto là a Parma, persone con l'angoscia e il cuore in gola, con l’ansia e la rabbia imperterriti non sanno cosa fare….. e gli ultras, i BOYS PARMA che per protesta abbandonano lo stadio. Gli ultras, gli unici che in questo gioco assurdo ancora hanno un cuore e un sentimento. E allora sale la rabbia e la voglia di voler rovesciare tutto... e il sistema “calcio moderno” che va a pezzi. Quella del Ministro Maroni e degli inutili uomini di potere. Steward incapaci, impietriti e stabili che non sanno cosa fare, ma ci “devono essere” sono le nuove normative. Non sanno prestar soccorso, quelli che lo fanno non sanno cosa fare. L’ambulanza che non arriva mai. E intanto un ragazzo è ancora là. Questo è il loro modello: sepolcrale e indifferente. E le tv, le grandi tv con i loro padroni, le lobby e i loro giornalisti farsa che si livellano asserviti a tutto il marcio che li circonda e li coinvolge verso le bassezze di una esistenza. Cala il sipario amici miei, il dolore serbiamolo per noi, quel ragazzo di Vicenza non tornerà più in vita. Ciao Eugenio fratello di curva con sciarpa di colore diverso dai nostri. Ciao fratello vicentino che il tuo ricordo ci avvicini a tutti quelli che ci hanno lasciato…troppo presto cazzo, troppo presto.

Paolo dei Fedayn

lunedì 8 giugno 2009

RADUNO ULTRAS ANTIRAZZISTA ED ANTIFASCISTA

FEDAYN CASSINO pubblica volentieri sul blog questo invito pervenutoci dagli amici ultras di Cosenza. Vogliamo ricordare che la nostra storia ultras è iniziata oltre 30 anni fa ed anche se il tempo ci ha ridimensionati nel numero comunque non ha cambiato i nostri ideali e quella passione che ci porta sempre ad essere anti.





giovedì 7 maggio 2009

COMUNICATO UTSB pro L'AQUILA

A nome mio personale, del gruppo storico dei FEDAYN CASSINO e della fanzine OLD LOVE si ringraziano gli amici ultras del gruppo UTSB per l'encomiabile iniziativa a favore della popolazione abruzzese colpita dal sisma.
(cliccare sul comunicato per ingrandire)
Paolo dei Fedayn 1977

LA VERGOGNA E' LEGGE

COMUNICATO UFFICIALE N. 180/L DEL 30 APRILE 2009
LEGA ITALIANA CALCIO PROFESSIONISTICO180/357
TESSERA DEL TIFOSO DI LEGA PRO

L’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, con propria Determinazione n. 17 del 7 Aprile 2009, ha emanato le disposizioni per la messa a norma degli impianti sportivi con capienza inferiore a 7.500 spettatori, utilizzati dalle società sportive iscritte ai Campionati della Lega Pro. Essa prevede, a partire dalla prossima stagione sportiva 2009/2010:

A) per tutte le società sportive di 1^ Divisione e per quelle di 2^ Divisione che dispongano di impianti di capienza inferiore a 7.500 spettatori e superiori ai 4.000:

a) biglietti nominativi da abbinare a posti numerati e da verificare con sistemifissi o mobili (palmari c.d. “di prossimità”);

b) sistemi strutturali per la separazione delle tifoserie;

c) installazione di adeguati sistemi di videosorveglianza;

d) impiego, all’interno dell’impianto sportivo, di steward nel numero ritenuto idoneo, ovvero 1 steward ogni 250 spettatori ed 1 coordinatore ogni 20 addetti, salvo diverse disposizioni del G.O.S., in base all’effettiva presenza di spettatori e al livello di rischio dell’incontro. Inoltre, presso ciascuno degli impianti sportivi, dovrà essere istituito il Gruppo Operativo Sicurezza (G.O.S.), che avrà il compito di curare tutti gli aspetti legati alla sicurezza delle manifestazioni calcistiche. Per svolgere le proprie funzioni, il G.O.S. utilizzerà un locale all’interno dell’impianto che abbia visibilità sugli spazi riservati agli spettatori e all’attività sportiva, anche attraverso l’uso di sistemi di videosorveglianza.

B) Per le società di 2^ Divisione che dispongano di impianti con capienza inferiore ai 4000 posti, che non risultino già messi a norma, la disponibilità di posti numerati abbinati a biglietti nominativi da verificare con sistemi fissi o mobili (palmari c.d. “di prossimità”). Per la stessa tipologia di impianti dovrà essere previsto anche l’impiego di steward nel numero determinato dal Questore della Provincia d’intesa con le società sportive interessate, ove non sia istituito il G.O.S.180/358. Il Consiglio Direttivo della Lega Pro, al fine di agevolare la partecipazione dei tifosi alle gare calcistiche in tutti i campi di 1^ e 2^ Divisione, ha deliberato l’istituzione della “Tessera del Tifoso di Lega Pro”: la stessa verrà ad assumere la duplice funzione di tessera del tifoso e di carta di credito ricaricabile (prepagata) nel circuito Visa e conterrà, nella grafica, la personalizzazione termografica del nome della squadra. Quanto sopra nel rispetto delle normative amministrative e regolamentari vigenti e dei criteri stabiliti dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. Ai possessori della Tessera sarà consentito - previo acquisto di idoneo titolo – l’accesso a tutti gli impianti sportivi a livello nazionale, e nelle more della messa a norma degli impianti, per come stabilito dalla suddetta Determina n.17/2009, e nelle gare per le quali siano state adottate interdizioni e limitazioni. L’iniziativa comporta il coinvolgimento delle società di Ticketing e di controllo accessi, con le quali Lega Pro ha programmato riunioni tecniche informative per l’adeguamento delle proprie procedure in funzione dell’introduzione della Tessera del Tifoso. La tessera, per come già detto, oltre alla sua funzione primaria, può essere utilizzata come una normale carta di credito prepagata presso i negozi convenzionati Visa: per gli acquisti su internet;per prelevare contanti;per ricaricare una Sim GSM prepagata;per il pagamento di bollettini, ricariche telefoniche etc. Può essere caricata in banca, presso uno sportello postale, da un’altra carta di credito o da un bancomat. E’ predisposta anche per:sviluppare programmi di fidelizzazione;creare un proprio circuito offrendo a dipendenti, clienti e rivenditori in genere uno strumento di community, oltre ad essere un mezzo per avere accesso ad offerte esclusive. La Tessera del Tifoso di Lega Pro sarà operativa a partire dalla stagione sportiva 2009/2010. Le Società di Lega Pro sono invitate ad aderire al Progetto “Tessera del Tifoso di Lega Pro” e a comunicare il nominativo del Responsabile dello stesso. Si rappresenta che non saranno consentite iniziative autonome per la sola “Tessera del Tifoso”, mentre le Società potranno, comunque, utilizzare proprie società di ticketing e di controllo accessi che rispettino le specifiche proprie della “Tessera del Tifoso di Lega Pro” e dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive 180/359. Si rappresenta inoltre che, ai fini della ripartizione degli introiti derivanti dai diritti audiovisivi, l’indice del bacino d’utenza, richiamato nel D.L. n.9 del 9/1/2008, e anche la ripartizione dei contributi, derivanti dalle iniziative marketing, verranno calcolati in considerazione del numero di tessere emesse per singola società. Pubblicato in Firenze il 30 Aprile 2009

IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE
(Dott.ssa Marinella Conigliaro) (Rag. Mario Macalli)

venerdì 1 maggio 2009

COMUNICATO UTSB

INIZIATIVA ULTRAS CASSINO PER L’AQUILA

Gli U.T.S.B. Cassino, in adesione all’iniziativa promossa dal gruppo Red Blue Eagles L’Aquila, sta organizzando per la giornata del 03 maggio 2009, in occasione dell’incontro casalingo tra il Cassino Calcio e l’Isola Liri, una raccolta di fondi da destinare alla ricostruzione di un Monumento del centro storico aquilano rimasto danneggiato a seguito dell’ormai tragicamente noto sisma del 06 aprile.
A seguire inseriamo il Comunicato pubblicato dal citato gruppo in merito all’iniziativa:

“I Red Blue Eagles L'Aquila 1978 Curva Sud comunicano che è stato aperto un conto corrente bancario presso la Banca di Credito Cooperativo di Roma agenzia di Sassa (L'Aquila) (Per coordinate bancarie ed intestazioni del c/c vedi sotto) per raccogliere fondi che serviranno per la ricostruzione di una scuola o di un asilo o di un monumento storico su cui, al termine della ricostruzione, sarà posta una targa ricordo con tutti i gruppi Ultras che hanno contribuito alla sua realizzazione.Ringraziamo in anticipo tutti i gruppi che aderiranno a questa iniziativa, il Vostro Gesto non sarà MAI DIMENTICATO!!!PER SEMPRE ULTRAS.NON E' FORTE CHI NON CADE, MA E' FORTE CHI CADE E SI RIALZA. L'AQUILA RIALZATI E TORNA A VOLARE.Conto Corrente:numero 2235 presso BCC di Roma - Agenzia di Sassa (AQ) nr.73Codice Iban: IT 25 V 08327 03601 000 000 00 2235Intestazione: Caruso Pasquale Giuseppe - Di Filippo Emilio - Iannini Andrea - Pace Antonello - Tinari PaoloCausale: FONDI PRO-TERREMOTO-RED BLUE EAGLES L'AQUILA 1978I Red Blue Eagles L'Aquila 1978 Curva Sud, l'unico gruppo Ultras della città dell'Aquila, comunicano che il conto corrente bancario aperto in seguito al terremoto del 06 Aprile 2009 è il solo ad essere riconosciuto da tutta la curva aquilana (vedi precedente comunicato).L'attivazione del conto corrente è avvenuta il giorno 16/04/2009 in quanto non è stato possibile prima, per gli ovvi motivi causati dal terremoto.Pertanto invitiamo tutti i gruppi Ultras d'Italia a diffidare di tutti gli altri comunicati, messaggi e numeri di telefono sui vari siti internet o testate giornalistiche, da parte di pseudo tifosi dell'Aquila in quanto non rappresentanti di nessun gruppo ufficiale, i cosiddetti cani sciolti.Precisiamo che chiunque possa avere dei dubbi in merito, e per maggiori informazioni, deve fare riferimento ai seguenti numeri telefonici: Pasquale Caruso 349/5877022 (Red Blue Eagles L'Aquila 1978) Paolo Tinari 339/5363332 (Red Blue Eagles L'Aquila 1978)”

Per quanto sopra, invitiamo tutti gli ultras ed i tifosi cassinati a destinare le loro offerte negli appositi raccoglitori che collocheremo all’ingresso della laterale nord.
Al termine dell’iniziativa, ed alla presenza di un delegato della società Cassino Calcio, quantificheremo le donazioni che saranno successivamente e personalmente ai ragazzi dei Red Blue Eagles L’Aquila.

U.T.S.B.
…di Cassino e me ne vanto!

domenica 19 aprile 2009

QUEL 6 MAGGIO DEL 1984

In una calda sera di maggio, di tanti anni fa, Coyote scrisse sulla colonna di uno dei portici della nostra Malfa il risultato del giorno dopo. Cassino – Isola 1-0, gol di Cellucci, Quella profezia fu incredibilmente presa in pieno. All’88° il vecchio Leone Guerriero della Rossa e amata San Donato, s’innalzò con un volo d’angelo e con uno spettacolare colpo di testa trafisse il portiere biancorosso, facendo esplodere l’urlo di duemila persone che affollavano lo stadio quel giorno. Eravamo tanti quel giorno di 26 anni fa, stretti in un abbraccio a saltare l’”Aida” e cantare l’”Inno”. Sulla ringhiera Paolo e Cico, una schiera di tamburi con la Vecchia Guardia in prima fila, noi “piccoli” sui gradoni di sopra che ammiravamo quel bagno di folla ad urlare la nostra gioia di un’adolescenza mai dimenticata. Il sorriso di Michele che ci accompagnava ancora, lo sguardo enigmatico di Simone che scrutava la curva, l’emozione e l’eccitazione della prima grande bolgia di tifo che ci inebriava la mente. Dopo 26 anni oggi siamo ancora qui, con tanti anni di più sulla pelle, con tanti fratelli in meno, ma con la stessa identica voglia di esserci e sostenere questa maglia. Non so’ come finirà, ma l’importante è che la passione e la fede non siano tramontati. Se non dovessimo vincere questo campionato, poco importa fratelli miei.Noi che abbiamo vissuto l’umiliazione di quei campionati, a lottare e giocare su campi pieni dipolvere, noi sappiamo che restare in questo livello del calcio, è già una grande vittoria.Non disperate mai, e non ragionate con il senno dei se e dei ma. Noi la C2 l’abbiamo sognata e sperata fin da quel lontano giorno di maggio, e viverla oggi sembra ancora una incredibile conquista. Rammentate che ciò che più conta per tutti noi, è tenerci stretta questa fantastica realtà, e se poi dovesse arrivare il gradino più alto sarà ancora più bello viverlo. Per una città come la nostra che vive nell’assoluta apatia, e dove il vero amore per il calcio è appannaggio di un migliaio di persone appena, credo che per fare il “salto”, non sia ancora il momento giusto. Le case belle e resistenti, si costruiscono con la calma e su fondamenta forti e salde, e come qualche tempo fa ebbi modo di dire, c’è bisogno di buoni ingegneri e tanti tanti operai specializzati. Una città che riesce a fare appena duecento abbonati e una media di mille spettatori a partita non è pronta a salire e non ha la cultura calcistica e passionale adatte a supportare palcoscenici migliori. Tutto ciò che arriverà in più sarà di guadagnato, ma se non arriva non c’è da stapparsi le vesti. Questo è stato un anno difficile, non dimenticatelo per tutto ciò che è accaduto, dalla crisi societaria, all’esonero di Sandro Grossi. Non è stato facile gestire tanti problemi ed essere arrivati al traguardo così come siamo è già un grande risultato. Non mollate mai, non smettete mai di crederci, perché questo ci dice di fare il nostro grande cuore da ultras, ma ricordatevi anche di guardare anche dietro e riflettere da dove veniamo.
AL TUO FIANCO FINCHE’ VIVRO’

Pietro dei Fedayn

QUESTO E' IL CALCIO

Questo è il calcio lor signori, questo è il gioco più bello del mondo. Qui potete ammirare i migliori calciatori sulla piazza, venite gente venite. Ammirate questi protagonisti instancabili, guerrieri del prato verde.Venite, continuate ad esultare, continuate a restare impassibili e a fare finta di niente. Questo era il mondo che dava speranze ai ragazzi nei loro sogni adolescenziali. Questo era il mondo di noi ragazzi di periferia che ci sentivamo ricchi nei gol fatti nelle porte di giubbotti nelle partite giocate per strada che non finivano mai. Siamo cresciuti e siamo diventati ultras perché non ci piaceva fare i Bearzot seduti e allora suonavamo i nostri tamburi e allungavamo i nostri striscioni. Era la nostra passione. Poi ci hanno tolto questo perché hanno voluto farci credere che gli strumenti del nostro tifo fossero il “marcio” del gioco del calcio. E allora sono iniziate nei governi che si sono succeduti ed avvicendati le crociate anti ultras. Poi in un giorno di aprile la terra ha tremato in questa nostra Italia a pochi giorni dalla santa Pasqua, ha tremato così forte da lasciare dietro di se il suo triste carico di distruzione, morte e desolazione.
Ha tremato così forte da metterci paura nelle scosse che hanno continuato ad esserci come una testimonianza presente e viva. Dodici di aprile, Pasqua, la più grande festa per il mondo Cristiano, abbiamo pensato che il mondo del calcio per onorare i bambini, gli uomini e le donne che sono cadute sotto il peso delle case che cedevano si sarebbe fermato anche in concomitanza della festività. Abbiamo pensato al dolore di migliaia di persone. Abbiamo pensato a tutto questo, poi ci siamo ricordati di essere ultras, di essere quelli che inquinano il gioco del calcio, quelli da debellare ad ogni costo e allora non avrebbe avuto senso fermare il calcio per una giornata. Perché fermare il business delle partite vendute sulle pay tv e su sky? Perché annullare tutte quelle scommesse che ruotano intorno al gioco più bello del mondo? Perché togliere i tornaconti a questi signori? Mica sono loro il cancro del calcio, siamo noi con le nostre bandiere e i nostri fumoni. Noi che usciamo sui quotidiani a titoli cubitali se ci scazzottiamo fuori gli stadi.
Noi che siamo da reprimere ad ogni costo e con leggi speciali. A voi giornalisti che scrivete dietro dettatura dei vostri padroni. A voi padroni di Società e di Leghe e Federazioni varie. A voi che sedete sugli scanni del Parlamento. A voi che il colore dei soldi è più forte della vostra stessa vergogna. A voi che avete continuato a giocare a correre ad esultare senza più una decenza.
A voi tutti il mio più grande sdegno.
Questo signori è il vostro calcio dettato dalle logiche di mercato e dalle quotazioni in borsa che avvelena e corrode coscienze e sentimenti. Resto ancora un ultras, non integrato e bandito dal vostro sistema con le vostre leggi e i vostri titoloni. Resto un ultras e oggi sono orgoglioso del mio mondo e del vostro non essere “accettato” perché la vergogna è solo la vostra, la macchina mangiasoldi del calcio deve continuare su morte e dolore.
GRAZIE A DIO IO NON SARO’ MAI COME VOI….
......PERCHE’ VOI NON SARETE MAI COME ME.
PABLO63


lunedì 6 aprile 2009

SOLIDARIETA'




LO STAFF DEL BLOG DEI FEDAYN CASSINO 1977 E DELLA FANZINE OLD LOVE SI STRINGONO AL DOLORE DELLE FAMIGLIE VITTIME DEL TERREMOTO IN ABRUZZO.

martedì 31 marzo 2009

LA TESSERA DEL TIFOSO


CARO MARONI NOI LA TESSERA DEL TIFOSO L'ABBIAMO SEMPRE AVUTA, TIENILA PER TE NON SAPPIAMO CHE FARCI..... DAL 1977 ABBIAMO LE NOSTRE. GRAZIE!

domenica 29 marzo 2009

ONORE A STEFANO FURLAN

Mercoledì 8 febbraio 1984, al termine di Triestina-Udinese di Coppa Italia, Stefano Furlan, 20 anni tifoso della Triestina, viene colpito al capo da diverse manganellate e finisce in questura. Dopo i soliti accertamenti, verso sera viene rilasciato. Subito dopo inizia ad avvertire i primi dolori alla testa. Il mattino seguente Stefano sta molto male e, portato in ospedale, perde i sensi nella sala d'attesa del pronto soccorso. Entra in coma profondo. Dopo 21 giorni di agonia giovedì 1 marzo muore. Nel novembre del 1985 la Corte d'Assise condanna ad un anno di reclusione con i benefici di legge l'agente che uccise Stefano. Nell'ottobre del 1992 la Curva del nuovo "Nereo Rocco" viene intitolata a lui.

giovedì 12 marzo 2009

IL POPOLO DEGLI ULTRAS

Se non conoscessero gli “ultras” potremmo essere scambiati per un popolo indios o pellerossa.
D’altre epoche sicuramente e forse di altri mondi. Ma non lo siamo, viviamo la nostra realtà che accettiamo. Tanti passivamente la subiscono, altri in modi e maniere diverse la combattono.
A questo punto la similitudine e l’accostamento con i gloriosi popoli “pellerossa” è d’obbligo.
E se tanti gruppi ultras d’Italia, compreso il nostro, hanno preso a simbolo “l’indiano” forse nel profondo del loro inconscio avevano intuito, immaginando il proprio futuro in un triste ed oscuro scenario.
I pellerossa d’America, razza indomita e libera che solo leggi “globali” hanno asservito a logiche di dominio e potere. Sembrerebbe così agli occhi dei più, ma quei popoli non hanno perso perché il nemico yankee fosse numericamente e militarmente superiore, hanno perso perché si sono annientati tra loro. Fatto guerre fratricide e di territorio. Da qui l’inevitabile sconfitta conseguenza di umiliazioni e privazioni di ogni genere.
Ecco l’accostamento al “nostro mondo”, siamo ultras si, ognuno dei propri colori, della propria identità come è giusto che sia, però così facendo non capiamo che stiamo cadendo in un baratro senza ritorno.
La logica conseguenza delle nostre diatribe interne ad ogni gruppo e quelle esterne con assurdi episodi di intolleranza e violenza hanno dato modo di decimarci e quindi di essere più vulnerabili.
Leggi speciali che ci ghettizzano alla stessa stregua delle “riserve indiane”. Tutto vietato o quasi tutto. Quello che non è vietato deve essere certificato. Si annullano e si timbrano libertà e dignità.
In questo modo ci hanno divisi, umiliati e schedati. Continuiamo a farci le nostre guerre tra di noi illudendoci di difendere ancora le nostre libertà. E intanto ci hanno divisi e decimati.
Il “Popolo Ultras”. Abbiamo girato negli anni piazze, strade e stadi dell’Italia intera, ognuno con i propri colori e fieri abbiamo vissuto la passione dei nostri ideali.
Ci stanno togliendo tutto senza accorgerci che i nemici sono altri e non l’ultras “diverso” da noi.
È di un’altra tribù e quando eravamo davvero liberi forse era un potenziale “nemico” da prevalere, da sopraffare comunque e ad ogni costo.
Oggi i nemici sono altri. Sono quelli che ci hanno rubato con leggi speciali, i nostri territori “di caccia” i nostri “fiumi” le nostre ”terre”, i colori i suoni. L’aria delle nostre domeniche che respiravamo in libertà. Eccoli i “nostri nemici” le “giacche blu” yankee, tutte distintivi e manganello, scagnozzi di altri uomini in doppiopetto blu che siedono negli scranni del Potere.
Questi sono i mali da estirpare e da estinguere se non vogliamo finire in uno straccio di “riserva” con l’illusione di crederci ancora guerrieri ribelli.
Fino a quando non capiremo che questa è “priorità assoluta” e non la finiamo di dividerci su ogni cosa e la finiamo di “guerreggiare” tra di noi il nostro futuro è irreversibilmente segnato da un triste destino.