giovedì 12 marzo 2009

IL POPOLO DEGLI ULTRAS

Se non conoscessero gli “ultras” potremmo essere scambiati per un popolo indios o pellerossa.
D’altre epoche sicuramente e forse di altri mondi. Ma non lo siamo, viviamo la nostra realtà che accettiamo. Tanti passivamente la subiscono, altri in modi e maniere diverse la combattono.
A questo punto la similitudine e l’accostamento con i gloriosi popoli “pellerossa” è d’obbligo.
E se tanti gruppi ultras d’Italia, compreso il nostro, hanno preso a simbolo “l’indiano” forse nel profondo del loro inconscio avevano intuito, immaginando il proprio futuro in un triste ed oscuro scenario.
I pellerossa d’America, razza indomita e libera che solo leggi “globali” hanno asservito a logiche di dominio e potere. Sembrerebbe così agli occhi dei più, ma quei popoli non hanno perso perché il nemico yankee fosse numericamente e militarmente superiore, hanno perso perché si sono annientati tra loro. Fatto guerre fratricide e di territorio. Da qui l’inevitabile sconfitta conseguenza di umiliazioni e privazioni di ogni genere.
Ecco l’accostamento al “nostro mondo”, siamo ultras si, ognuno dei propri colori, della propria identità come è giusto che sia, però così facendo non capiamo che stiamo cadendo in un baratro senza ritorno.
La logica conseguenza delle nostre diatribe interne ad ogni gruppo e quelle esterne con assurdi episodi di intolleranza e violenza hanno dato modo di decimarci e quindi di essere più vulnerabili.
Leggi speciali che ci ghettizzano alla stessa stregua delle “riserve indiane”. Tutto vietato o quasi tutto. Quello che non è vietato deve essere certificato. Si annullano e si timbrano libertà e dignità.
In questo modo ci hanno divisi, umiliati e schedati. Continuiamo a farci le nostre guerre tra di noi illudendoci di difendere ancora le nostre libertà. E intanto ci hanno divisi e decimati.
Il “Popolo Ultras”. Abbiamo girato negli anni piazze, strade e stadi dell’Italia intera, ognuno con i propri colori e fieri abbiamo vissuto la passione dei nostri ideali.
Ci stanno togliendo tutto senza accorgerci che i nemici sono altri e non l’ultras “diverso” da noi.
È di un’altra tribù e quando eravamo davvero liberi forse era un potenziale “nemico” da prevalere, da sopraffare comunque e ad ogni costo.
Oggi i nemici sono altri. Sono quelli che ci hanno rubato con leggi speciali, i nostri territori “di caccia” i nostri “fiumi” le nostre ”terre”, i colori i suoni. L’aria delle nostre domeniche che respiravamo in libertà. Eccoli i “nostri nemici” le “giacche blu” yankee, tutte distintivi e manganello, scagnozzi di altri uomini in doppiopetto blu che siedono negli scranni del Potere.
Questi sono i mali da estirpare e da estinguere se non vogliamo finire in uno straccio di “riserva” con l’illusione di crederci ancora guerrieri ribelli.
Fino a quando non capiremo che questa è “priorità assoluta” e non la finiamo di dividerci su ogni cosa e la finiamo di “guerreggiare” tra di noi il nostro futuro è irreversibilmente segnato da un triste destino.


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