sabato 16 maggio 2015

LA MIA SERIE A

Io la Serie A la vivo da più di 2000 anni. Da quando ero municipio romano e mi andavo a guardare gli spettacoli dei gladiatori in un anfiteatro da 4.500 posti. Da quando, nel 529 d.c., il Patrono d’Europa ha eretto, sopra il monte che mi protegge, il faro della cultura occidentale. Da quando Papi, Re e Letterati mi hanno eletto a loro punto di riferimento. Da quando divenni capitale di un piccolo ma importante stato, la Terra Sancti Benedicti, strategico e fondamentale negli equilibri geo-politici dell’Italia dell’epoca. Da quando ho dimostrato di saper sempre risorgere da ogni destino avverso ed ineluttabile: prima nel 577 (Longobardi), poi nell’883 (Saraceni), dopo ancora nel 1349 (Terremoto), e per ultimo nel 1944, a causa della seconda guerra mondiale che mi ha reso città martire. Ogni volta, però, sono risorto più forte di prima. Post Fata Resurgo, ovvero Succisa Virescit, è in sintesi la mia capacità di vincere la storia. E poi l’Università degli Studi, moderna erede della tradizione del magistero culturale benedettino. Scusate ma il fardello di ricordi e di storia che porto sulle spalle non può farmi preoccupare di un risultato calcistico. Non c’è riuscito Chievo, simpatico quartiere veronese, e nemmeno Sassuolo, dalla bellissima tradizione ceramista. Non ci riuscirà certo Frosinone, che quando fu eletta capoluogo di provincia non aveva nemmeno le scuole elementari, mentre mia nonna, negli stessi anni, frequentava il Ginnasio. Una cosa, però, bisogna dirla: migliorarsi è un dovere, soprattutto quando si ha la responsabilità di essere gli eredi di una tradizione così importante. Ed in questo, onore e merito a chi ha saputo costruire qualcosa di importante e duraturo per la propria città. Denigrare a prescindere è sintomo di debolezza, e la debolezza, come storia ci insegna, non ha mai albergato nei cuori dei cassinati. Ad maiora!
   Emiliano degli U.T.S.B. Cassino